UNA GIORNATA NEL DESERTO

Ricaricati i serbatoi, siamo pronti a partire.

Accesi i motori, ci dirigiamo verso le porte del deserto e, attraversato il confine che separa la civiltà dalla sconfinata distesa di sabbia, capitanati da Nicola, diamo il via alle danze. Andiamo su e giù, emozionatissimi, fino a quando il più impavido del gruppo non decide di farci felici e con la sua land rover 4X4 aggredisce una duna e rimane piantato. “Si è infossato, si è infossato”, si sente urlare, lì in mezzo al nulla. Allora corriamo a soccorrerlo per tirarlo fuori ed iniziamo a spingere, tutti, grandi e piccoli, contro il cofano della macchina, sperando di vincere la forza di gravità (devo dire che qualche volta le leggi della fisica hanno avuto la peggio su di noi).

Proseguiamo così fino all’ora più suggestiva, quella del tramonto: ad accoglierci, oltre ad un cielo che non ha eguali in tutto il mondo, c’è Hamid, che all’arrivo ci fa trovare tutto quello che serve per rifocillarci: pane arabo appena sfornato, delle panche su cui sederci e un fuoco per riscaldarci.

Hamid ha un cuore grande e allora lo riempiamo di domande, lui risponde e sorride.

Si fa sera: abbiamo ancora lo sguardo rivolto all’insù ed improvvisamente gli occhi pieni di stelle, che sono talmente tante e così luminose, da non capire più se è un sogno o realtà.

G.D.